Tante storie magiche
A Parigi con amore
A Parigi con amore
di
Daniela Perelli
Potrà sembrare strano ma, se ho te nel mio cuore, non posso far altro che scriverti. Dove sta scritto, poi, che una lettera debba essere dedicata solo alle persone? Non vedo niente di male in tutto ciò, anzi! Io ti ho nel cuore e sai benissimo il perché, mia amata Parigi. Prima che i miei genitori se ne andassero siamo stati da te: avevo appena compiuto sei anni. Fino a poco tempo fa i miei ricordi erano vaghi: alcuni flash nella mia mente, ma nulla che potesse farmi sentire la vera gioia di ricordarti, di ricordare quei momenti spensierati con mia madre e mio padre. Nulla, fino a un anno fa, quando ebbi l’incidente e, da quel preciso momento, un dolore lancinante seguito dal buio. Così cominciò il vero motivo che mi ha portato a scriverti. Ero nell’oscurità più totale e mi sentivo svuotata ma, pian piano, il rumore di ruote che giravano, di passi frenetici che arrivavano da tante direzioni, il brusio di voci; sentivo tutto intorno a me. Aprii gli occhi molto lentamente e mi resi subito conto di essere lì, mentre tenevo la mano di mamma e papà. Non ero spaventata, sai? Provai una serie di emozioni forti, ma lasciai fuori la paura. Mia mamma mi guardò e disse: «Siamo arrivati, July. Ora usciamo dall’aeroporto, prendiamo un taxi e andiamo in albergo. Vedrai come staremo bene in questi giorni a Parigi!» Accennai un timido sì con la testa e sfiorai appena il mio piccolo visino con la mano, dandomi un lieve pizzicotto. Quella sensazione di essere di nuovo piccola è difficile da spiegare, ma voglio provarci comunque, perché è importante. È come un seme in un vasetto di terra: noi lo coltiviamo con amore, lo annaffiamo e, ogni giorno, guardiamo se un piccolo filino d’erba inizia a spuntare. Quando lo vediamo, così fresco e indifeso, ci sentiamo in dovere di proteggerlo, per farlo crescere rigoglioso. Rappresenta la purezza, come in un bambino. Noi lo guardiamo con amore e speranza, la speranza di un domani migliore… Ricordo tutto benissimo, adesso: noi sul taxi, l’arrivo in albergo, il pranzo, i miei che si sorridevano sempre. Erano così innamorati! Sai una cosa mia dolce e bella Parigi? Tu sei davvero magica e speciale come ti descrivono nei libri o nei semplici coupon. Passammo il primo giorno a girare per le vie principali: quanti negozi! Potevo anche sentire l’odore del pane passando davanti ai vari forni, della cioccolata calda e del caffè che sprigionavano il loro aroma forte ma, allo stesso tempo, così piacevole, grazie al continuo entrare e uscire delle persone dalle numerose caffetterie. La meraviglia delle vetrine decorate e illuminate che ravvivavano la gioia di quei giorni di festa, che ancora rimanevano nonostante il Natale e il Capodanno fossero già passati. Tutto ciò ti rese ancora più speciale, se mai fosse stato possibile esserlo più di così. Se ogni persona che ricorda aneddoti del proprio passato potesse anche percepirne gli odori, non sarebbe fantastico? Il ricordo sarebbe ancora più reale e vivo in ognuno di noi. Certo, a me è successo, ma ero in una situazione diversa e ancora adesso faccio fatica a capire. Non appena arrivammo di fronte alla Torre Eiffel, mio padre cominciò a scattare una serie di fotografie sia a me che alla mamma, facendoci cambiare un sacco di volte facce e posizioni; noi ridevamo divertite. «Fate un bel sorrisone.» Quanto era buffo! Adesso guardo le fotografie in modo diverso e questo perché posso ricordare esattamente tutto il prima e il dopo che c’è dietro di esse. Sono stata fortunata, nonostante la tragica situazione in cui mi sono trovata fino a pochi mesi fa. E poi, lo scatto di fronte al Louvre che feci io, ai miei genitori, in cui tagliai loro la testa. Rido come una matta al solo pensiero. Per non parlare delle foto fatte fare dai passanti che fermavamo, scattate di fronte alla Cattedrale di Notre Dame e un po’ dappertutto, insomma. Tutto oramai impresso nella mia mente. E la cena in quel bel ristorante elegante? Sai che questo aneddoto mi fa ricordare un’altra situazione? L’avevo rimossa, ma ora è tornata nitida in me. Pochi giorni prima di partire, per venire da te, mio padre guardò mia madre negli occhi e le disse: «Quando saremo a Parigi ti porterò in uno dei ristoranti più belli che esistano, amore mio.» Mia mamma gli accarezzò una guancia guardandolo con gli occhi lucidi e rispose: «Sarà una vacanza bellissima solo per il fatto che passeremo qualche giorno sempre insieme, io, te e July. Non mi serve altro.» Mio padre le prese delicatamente la mano, che lei aveva appoggiata sul suo viso e la baciò. Questo credo sia uno dei ricordi più belli. Gli ultimi due giorni li passammo a Disneyland e non puoi immaginare, mia cara Parigi, cosa significhi per me ripensare a quel momento esatto, in cui ci sentimmo letteralmente catapultati in questo mondo fantastico. Quando mi trovai a rivivere anche questo momento, il mio essere bambina si impossessò di me, in maniera egoista e prepotente. Le risate e gli abbracci a quei simpatici personaggi dei cartoni animati: che emozione! Potevo sentire, sotto le mie mani, il tessuto morbido dei loro bizzarri costumi. Provai davvero le sensazioni di quei momenti e sono così felice di averli di nuovo impressi nella mia mente. Ora non li dimenticherò mai più. Ricordo esattamente anche il momento in cui tutto stava per finire. E così mi rattristai. Ma mi bastò guardare i miei genitori negli occhi e sentire il loro dolce bacio sulla mia nuca. “Ti vogliamo bene”, mi dissero all’unisono. Questo mi rasserenò. Sentivo intorno altre voci, differenti dal brusio delle persone intorno, mentre ero da te, Parigi. Cercai di non assecondarle subito, avevo bisogno di stare ancora con loro, di sentirli vicini ma, guardandoli nuovamente negli occhi, capii che sarebbe stato sbagliato. Dovevo svegliarmi per portare con me i ricordi e poterli raccontare alle persone che mi sono vicine e mi voglio bene. E lo feci! Aprii gli occhi e ora sono qui. Seduta alla mia scrivania a scriverti questa lettera, per ringraziarti di avermi tenuto compagnia durante il mio stato di coma, durato quasi un anno. Un anno in cui sembrava non ci fossero speranze per me e, invece, sono qui e mi sento davvero felice e completa, adesso. Ma, soprattutto, il ricordo dei miei genitori che morirono un anno dopo quella vacanza, non fa più così male. Ho avuto la possibilità di passare, anche se in sogno non importa, dei momenti con loro.
Nuovamente e intensamente. Un giorno, non lontano, tornerò da te. Voglio rivivere quei momenti, voglio sentire di nuovo la tua magia sulla mia pelle, voglio sentire i rumori delle tue strade affollate e gli odori che tanto mi mancano. Tu sei davvero magica e speciale Parigi, non dimenticarlo mai!
Con amore,
July